Ritornare ai corpi by Luca Licitra & Antonio Sichera

Ritornare ai corpi by Luca Licitra & Antonio Sichera

autore:Luca Licitra & Antonio Sichera [Licitra, Luca & Sichera, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2022-09-27T00:00:00+00:00


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Si configurano così una prassi e un pensiero diversi da quelli che hanno fondato il “politico” nella modernità. Per capire, è fondamentale non fermarsi alla teoria. Prima che un edificio di principi e di norme, la Costituzione italiana è stata – come dicevamo – un’esperienza di reciproco affidamento da parte di soggetti diversi che avrebbero potuto soccombere all’angoscia generata dal terribile conflitto appena concluso. I costituenti hanno invece messo in campo con coraggio le loro diversità, arrivando a soluzioni creative impensabili prima del confronto, secondo un modello gestaltico che non concepisce l’esperienza nei termini psicoanalitici del movimento di un singolo isolato verso una società e un mondo ostili, ma quale funzione di un confine di contatto tra l’Organismo e l’Ambiente, dove la novità si genera grazie all’incontro, al middle mode. L’esperienza reale degli umani è sempre coniugata al modo medio: essa non è il frutto di una spasmodica attività o di una sottomessa passività. È l’evento che accade quando ci si incontra nella verità e si porta sé stessi al confine di contatto con l’altro, creando dall’interno i presupposti di un incontro che nessuno avrebbe potuto prevedere o dominare in anticipo12.

È stata la verità dell’esperienza reale il segreto della Costituzione e l’autentico background della sua stesura. La politica non è modellizzazione. Il suo punto di ripartenza è la quotidianità, capace di sfuggire con le sue tattiche e i suoi racconti al diktat delle strategie dominanti13. Su questa base è nato un testo come la Carta costituzionale italiana in cui si considerano le persone reali e non i soggetti astratti; dove invece del corpo simbiotico, monolitico e regressivo si pensa (alla maniera antica) il corpo come convivenza di corpi intermedi; in cui il limite è conseguente e fondativo, in quanto dato dalla differenza intercorporea, condizione del suo stesso darsi. A contenere la paura è insomma la relazione regolata tra corpi reali, che è alla base di ogni vero affidamento, e non l’intervento taumaturgico e deresponsabilizzante di un capo che rende inutile l’inter-mediazione: dialogica, relazionale, sociale.

È una sapienza antica, una visione gestaltica del rapporto tra paura e affidamento, che potrebbe affondare una delle sue radici proprio in un noto racconto dei Vangeli (Mt 14,22-33):

22 Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull’altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. 23 Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. 24 La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. 25 Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. 26 I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: “È un fantasma” e si misero a gridare dalla paura. 27 Ma subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. 28 Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. 29 Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù.



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